È l’ultimo passo in un’attività di recupero crediti, quello che interviene quando le attività di sollecito telefonico, recupero crediti esattoriale (a domicilio) e ogni altro tentativo di negoziazione non sono andati a buon fine. Parliamo del recupero crediti giudiziale, cioè dell’avvio di un’azione legale.

Il primo step di questo processo è quello che prevede una verifica economica e patrimoniale del debitore. Verificare l’esistenza di un capitale aggredibile e di beni pignorabili infatti è fondamentale poiché, in assenza di beni pignorabili, un’azione legale non porterebbe comunque alcun vantaggio al creditore, portandolo soltanto a perdere altri soldi e tempo.

Una volta eseguiti tutti gli accertamenti sulla situazione economica e patrimoniale del debitore e solo se questa include la presenza di beni pignorabili si può decidere di procedere con procedimenti giudiziali. A seconda della situazione specifica e delle caratteristiche dell’insoluto si può decidere di procedere con:

  • Diffide legali e gestione contenziosi
  • Decreti ingiuntivi e citazioni
  • Giudizi ordinari di cognizione
  • Procedimenti esecutivi
  • Procedure fallimentari

 In linea generale, l’iter di un’azione legale di recupero crediti passa attraverso queste fasi: prima di tutto si deposita il ricorso per l’emissione del decreto ingiuntivo presso il Giudice competente. Quando il Giudice emette il decreto ingiuntivo si procede alla notifica al debitore. Il decreto ingiuntivo diventa definitivamente esecutivo solo in seguito alla mancata opposizione entro i termini di legge, in seguito all’estinzione del giudizio di opposizione oppure in seguito al rigetto della domanda di opposizione.

Quando questo accade, si procede con quella che si chiama “richiesta della formula esecutiva”, cioè un documento necessario per notificare il precetto e il successivo atto di esecuzione al debitore. Infine, si procede con la richiesta di pignoramento e l’apertura del procedimento esecutivo.

Naturalmente, quello descritto qui sopra è un processo estremamente semplificato, che può avere numerose varianti. Basti pensare che in caso di opposizione al decreto ingiuntivo la legge prevede l’avvio di una vera e propria causa legale, con fase istruttoria e testimoni. Inoltre una procedura di recupero crediti giudiziale può anche non iniziare con un ricorso per decreto ingiuntivo ma prendere il via da una notifica al debitore di un atto di citazione.

L’azione legale è insomma l’ultima fase del procedimento di recupero crediti. Si tratta di una fase complessa, che deve essere gestita da professionisti in questo settore con la totale collaborazione dei soggetti che hanno seguito le fasi precedenti, quelle di recupero stragiudiziale. Nella maggior parte dei casi, e questa è una buona notizia per le aziende, le azioni di recupero crediti stragiudiziali portano alla soluzione del problema e al recupero del dovuto. Quando non è così, però, occorre valutare l’opportunità di procedere con un’azione legale, consigliata solo quando le indagini patrimoniali hanno dato un riscontro positivo e in particolar modo in alcuni casi particolari, per esempio:

  • Quando il piano di rientro non è stato rispettato, non è possibile o opportuna una ulteriore dilazione e si vuole procedere con un decreto ingiuntivo per avere la possibilità di effettuare un pignoramento.
  • Quando il credito è di importo rilevante e recuperarlo è necessario alla buona gestione dell’azienda

Quando l’azione legale è necessaria per la deduzione fiscale. Per i crediti sopra i 2500 euro infatti è necessario provare che il credito non è recuperabile per poterlo dedurre fiscalmente e tale prova può essere una sentenza di fallimento o un’altra procedura concorsuale, una certificazione di inesigibilità del credito o un verbale di pignoramento negativo.