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L’impatto del Covid 19

La pandemia dovuta alla diffusione del Covid 19 ha profondamente colpito l’economia italiana, la quale è ormai caratterizzata da un inevitabile periodo di recessione.

A tal proposito, il Fondo Monetario Internazionale ricorda che entro la fine dell’anno 90 milioni di persone potrebbero finire in una condizione di povertà, e che la ripresa sarà lunga, incerta ed irregolare.

Le proiezioni, infatti, presumono che le misure di contenimento perdureranno anche nel 2021 e che la trasmissione del virus terminerà ovunque entro la fine del 2022.

Le stime del FMI, aggiungono inoltre che l’Italia dovrebbe perdere il 10,6% del Pil, per poi recuperare nel 2021 circa la metà del valore perduto, con una stima prevista del +5,2%.

Per quanto riguarda i settori colpiti dall’epidemia, secondo una stima di Intesa San Paolo, l’unico settore in grado di chiudere il 2020 con ricavi in crescita sarebbe quello farmaceutico.

Al contrario, il virus ha impattato e continua ad impattare settori quali: il manifatturiero, il settore del turismo, i settori di auto e moto e la ristorazione.

 

Puntualità dei pagamenti

A supporto di questo, è interessante analizzare la situazione sulla puntualità dei pagamenti in Italia durante il Covid 19.

Durante il mese di settembre 2020 il numero delle aziende italiane che paga i propri fornitori con oltre 30 giorni di ritardo è salito al 12,7%, un dato poco superiore rispetto del 2016, che si aggirava attorno al 12,3%.

Rispetto al 2019 invece, le regioni che hanno subito la variazione percentuale più elevata sono le seguenti:

  • Valle d’Aosta (+40,4%),
  • Friuli-Venezia Giulia (+37,5%),
  • Veneto (+32,6%)
  • Trentino – Alto Adige (+31,6%) che, nonostante questo, rimane la regione con meno ritardi gravi (6,7%) in assoluto.

L’incremento dei ritardi oltre 30 giorni è invece più contenuto nelle regioni del Sud Italia, che pur partono da un livello assoluto più elevato.

A livello territoriale il nord est si conferma l’area geografica più affidabile, con il 43% delle imprese che pagano alla scadenza. Al sud e nelle isole invece, le aziende puntuali sono il 22,6%. Tra questa, la Sicilia detiene il primato negativo d’imprese che effettuano pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo.

 

Il recupero crediti in Italia nel 2020

Di conseguenza, rispetto all’attuale situazione emerge una domanda: come recuperare un credito in Italia nel 2020?

A questo proposito sono in corso delle modifiche legislative riguardanti il decreto ingiuntivo.

In particolare, la Commissione Giustizia del Senato, sta vagliando un disegno di legge il quale prevede l’eliminazione del passaggio dal giudice civile per l’emissione del decreto.

Il Ddl prevede invece che l’avvocato del creditore possa emettere decreti ingiuntivi senza più bisogno del giudice.

Questo passaggio può risultare ancora più semplice affidandosi ad una società di recupero crediti, con esperienza pluriennale come la nostra, nella quale è presente un team solido di avvocati e legali esperti.

È poi presente il recupero stragiudiziale, che garantisce la stessa trasparenza del recupero crediti giudiziale, ma permette al cliente di risparmiare tempo e denaro.

 

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