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Secondo recenti studi, la situazione d’emergenza dovuta al Covid 19 ha impattato in modo notevole le condizioni di liquidità delle imprese italiane, con ripercussioni sui ritardi ed i mancati pagamenti.

In particolare, rispetto agli anni precedenti sono aumentati considerevolmente i ritardi nei pagamenti passando dal 5.6% nel 2019 per i ritardi inferiori ai 60 giorni all’8.1% nel 2020. Per quanto riguarda i ritardi entro i 60 giorni, questi sono aumentati di 2.4 punti percentuali, passando dal 42.7% nel 2019 al 45.1% nel 2020. Al contrario, si è registrata una diminuzione nei pagamenti puntuali. Questi si registrano al 46.8% nel 2020, mentre nell’anno precedente erano attorno al 51.5%.

A proposito di fatture non pagate, il Covid 19 ha significativamente colpito le PMI. Il picco si è registrato a maggio, con il 44% di fatture non saldate.

Anche a livello generale i numeri sono piuttosto alti, nel secondo trimestre infatti, non sono state saldate il 17.7% delle fatture, una quota che torna ai valori del 2014.

I settori più colpiti

Le conseguenze sui pagamenti non sono affatto omogenee, in quanto fortemente differenziati in base al settore in cui operano le imprese.

Nello specifico, prendendo in esame i mancati pagamenti nei mesi di gennaio-maggio 2020 e la variazione di fatturato prevista tra il 2019 e il 2020, le attività maggiormente colpite sono le seguenti:

  • L’attività di organizzazione di convegni: il quale settore presenta una variazione di mancati pagamenti attorno al 25%, a fronte di una perdita di fatturato di -80% circa;
  • Le agenzie di viaggio hanno sofferto nei mesi di gennaio-maggio 2020 di mancati pagamenti per un valore superiore al 50%; in relazione ad una simil perdita di fatturato
  • Il settore alberghiero e quello della ristorazione presentano simili sofferenze di mancati pagamenti, circa attorno al 35%; a fronte però di perdite di fatturato differenti: gli alberghi registrano un valore maggiore, attorno al -60%, mentre la ristorazione circa il -50%.
  • La moda al dettaglio presenta invece un elevato numero mancati pagamenti (40%), a fronte di una perdita di fatturato di circa -30%.
  • Il settore dei servizi non finanziari e le attività di informazione, comunicazione e intrattenimento hanno invece registrato valori simili per quanto riguarda i mancati incassi tra gennaio-maggio 2020, attorno al 30%. In relazione però ad una variazione di fatturato differente: per i servizi non finanziari si parla di -15% circa; mentre -10% per le attività di informazione, comunicazione ed intrattenimento.
  • Un ultimo settore colpito è quello immobiliare, per il quale la variazione di fatturato è di circa -5%, in relazione però ad mancati pagamenti per un valore del 20%.

Divario territoriale

La disomogeneità delle conseguenze pandemiche sulle imprese non interessa solamente il settore d’appartenenza delle imprese; bensì i mancati pagamenti e i ritardi dovuti all’emergenza sanitaria hanno accentuato la spaccatura Nord e Centro-Sud. In effetti, tra le prime 10 regioni per fatture non pagate ci sono otto regioni del Sud e due del Centro. In particolare, Lazio e Sicilia risultano le regioni con una quota maggiore di ritardi/mancati pagamenti.

 

 

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